Nel silenzio ovattato delle
, rotto di tanto in tanto dai passi
frettolosi di donne sempre in faccende, si respira un'aria di stagioni antiche,
che si rincorrono nel ciclo annuale
delle : dalla
, al bufù di fine anno, passando per
, i riti di San Giuseppe, la Pasqua (tra l'altro la
e
), il Maggio,
... Un'aria filtrata dall'oscura profondità di fondaci e
che i toresi, come api
laboriose, hanno pazientemente e pericolosamente scavato a più piani nella
roccia arenaria (), per farne
scrigni di salumi (ricercatissima la soppressata
torese) e vini che niente hanno da invidiare a quelli più celebrati: specie
il bianco, sapido e frizzante. Lo si gusta sempre, ma celebra la sua apoteosi
nei (il 19 marzo e il 1 maggio), o all’indomani del
Ferragosto, in quello di San Rocco, ovviamente di magro. Il vino rosso impera,
invece, nella eccezione, che pure esiste, di convito a base di carne, salumi, e
spezzatino (cacio, uova e interiora di pollo o agnello).
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