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Chiesa San Rocco |
qui è molto popolare. E la devozione squarcia i veli sul
passato, sui mille anni di
che,
se furono passabilmente sereni quale feudo privilegiato della famosa
Abbazia di Santa Sofia di Benevento, non furono risparmiati da
catastrofi immani. Come il terremoto di sant’Anna del 26 luglio 1805
che, agevolato nel suo moto sussultorio proprio dal rapillo,
abbatté tutto l’abitato e vi provocò poco meno di trecento morti.
O come la peste del 1656, che distrusse famiglie intere e interi
vicinati, lasciando in vita solo una persona su quattro, uno dei
paesi più popolati e floridi del Contado del Molise, a villaggio misero e
spopolato.
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CHIESA SAN ROCCO
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Una tipica (e sbagliata)
credenza paesana assegna alla piccolissima la dignità di originaria chiesa parrocchiale di Toro.
Le dimensioni minuscole dell’edificio, peraltro edificato fuori della
mura che circondavano l’abitato, bastano a chiudere la bocca dei
creduloni. Molto probabilmente la chiesa di San Rocco, che poggia sul
(roccia arenaria), fu edificata a cavallo tra Cinque e Seicento,
quando si cominciava a edificare fuori dello storico recinto murario del
paese, e servì, come serve, a scopi meramente devozionali del vicinato.
Nell’estate del 1985, il tempietto fu teatro di un curioso fenomeno
ottico, che fece arrivare a Toro migliaia di visitatori: in un gioco di
ombre e di luci riflesse dalla nicchia smaltata del santo, la devozione
popolare credette di ravvedere le fattezze miracolose dell’. La chiesa non si pronunciò. O meglio, mons. Pietro Santoro,
arcivescovo di Campobasso, si limitò a invitare i devoti a credere
senza aver bisogno di miracoli. Da allora il fervore miracolistico si è
andato via via spegnendo. Ma un miracolo, a dire il vero, si è avuto: i
discendenti di Luigi Falcione, noto imprenditore edile di Campobasso,
hanno restaurato a loro spese l’antico tempietto che versava in
precarie condizioni. |
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