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"Perché ci siamo dimessi": lettera aperta di Giuseppe Quicquaro, capogruppo di Minoranza | Il Capogruppo di Minoranza al Comune di Toro, Giuseppe Quicquaro, porta a conoscenza dei vari organi di stampa, a beneficio della pubblica opinione, le motivazioni che hanno indotto i membri Giuseppe Ruggiero, Fernando Parziale, Roberto Di Paolo e il sottoscritto a rimettere il mandato di consiglieri comunali conferito con le elezioni del 12 e 13 giugno 2004.
Il Gruppo di Minoranza, all'indomani del risultato elettorale, aveva esperito una serie di tentativi per stabilire un minimo di dialogo con chi era stato chiamato a reggere le sorti del Comune. Purtroppo con atteggiamenti di arroganza e gratuita alterigia, l'ex sindaco COfelice rifiutava ogni sorta di dialogo, prova ne siano le numerose interrogazioni della Minoranza agli atti del Comune, che non hanno trovato alcuna risposta da parte di chi aveva le redini della responsabilità amministrativa, scambiate ottusamente per redini di puro potere.
Ma ciò sarebbe stato il meno e poteva essere archiviata come mera scortesia istituzionale. Purtroppo i danni maggiori sono stati inferti agil interessi vitali del Comune e della popolazione e sono così riassumibili: 1. Ritardi ed inerzie, addebitabili a giochi di potere del sindaco, per la soluzione delle problematiche post-sisma con i seguenti risultati: - alunni ancora in fatiscenti baracche, luoghi di culto ancora chiusi, sede municipale inadeguata e provvisoria, cittadini che dal giorno del sisma del 2002 non ancora intravedono una soluzione ravvicinata per tornare nelle proprie abitazioni. 2. Una discutibile e non condivisa gestione delle risorse del bilancio. 3. Situazione di stallo del piano di fabbricazione, ormai pluridecennale, nonostante il conferimento degli incarichi ai tecnici da oltre tre anni, ancora in fase dormiente. 4. Incuria per il verde pubblico, nonostante le cospicue somme stanziate in bilancio. 5. Servizio dello scuolabus insoddisfacente per bambini residenti fuori dal centro urbano. 6. Rapporti e raccordi con l'Ente Regione ai minimi termini 7. Incapacità di stabilire rapporti di positiva collaborazione con i comuni vicini. 8. Costruzione del Museo di Civiltà Contadina ancora in alto mare, con strascichi giudiziari non ancora ben definiti e del tutto chiariti. 9. Manomissione della corrispondenza privata inviata dalla Corte dei Conti ed indirizzata ai consiglieri di Minoranza, al vaglio della Magistratura.
Per brevità e carità di patria, si omettono ripicche, dispetti e scortesie indirizzate alle nostre persone e relativi congiunti.
Da questo quadro emerge il nostro giudizio politico di totale inaffidabilità, a cui il il Gruppo non aveva risposto con il gesto estremo delle dimissioni, per un doveroso rispetto degli elettori. Il giorno di San Valentino, quando abbiamo registrato dissapori e forti segnali di insofferenza anche da parte dei consiglieri di Maggioranza, Rita Colledanchise, Ludovico Cutrone e Giancarlo Lamenta, abbiamo colto la palla al balzo e per il bene comune abbiamo rassegnato le dimissioni per interrompere un'esperienza amministrativa fallimentare.
Questo è quanto, a nome del mio Gruppo, intendevo rendere di pubblico dominio.
I membri dimissionari della Maggioranza, condividendo lo spirito del contenuto di questo documento, con lucidità di pensiero e serenità d'animo pur non sfiduciando alcuno, hanno rimesso insieme a noi nelle mani del popolo sovrano il mandato, affinché possano aprirsi futuri scenari meno cupi e più rasserenanti per tutti.
Toro, 15 febbraio 2007 Firmato Giuseppe Quicquaro
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