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In ricordo di Padre Mercurio Parziale (Omelia del ministro provinciale, fr. Pietro Carfagna ogm) |
OMELIA PER LE ESEQUIE DI PADRE MERCURIO PARZIALE
Noi e la morte. È la terza volta che sorella morte visita questa Fraternità. Dopo la dipartita di p. Ottaviano e di p. Giantonino, ora è venuta a prendersi anche p. Mercurio. E tuttavia noi continuiamo a cantare: «Laudato si’, mi’ Signore per sora nostra Morte corporale, da la quale nullo orno vivente po’ scappare. Guai a quelli che morranno ne li peccata mortali! Beati quelli che troverà ne le tue sanctissime voluntati, ca la morte seconda no li farrà male». Si! Laudato si’ mi’ Signore perchè siamo veramente certi che “la morte secunda” non potrà fare alcun male al nostro caro p. Mercurio.
• Di fronte alla morte, a livello puramente umano, non ci può essere altro che un grande silenzio:
- come il silenzio (e il pianto) di Gesù alla notizia della morte dell’amico Lazzaro;
- come il silenzio del Sabato santo, dopo la morte di Gesù;
- il silenzio di ognuno di noi di fronte al mistero della vita e della morte;
- il nostro silenzio per il vuoto che la dipartita di p. Mercurio lascia tra i suoi parenti, nella Fraternità di S.Giovanni - dove ha rappresentato una presenza stabile e un sicuro punto di riferimento da oltre 28 anni - e in tutta la nostra Provincia.
Un vuoto che non sarà facile colmare; una ferita che richiederà molto tempo perchè sia rimarginata.
• Ma come Gesù sciolse il suo silenzio quando incontrò Marta e gli annunciò il Vangelo della risurrezione: “lo sono la risurrezione e la vita, chi crede in me avrà la vita eterna e chiunque vive e crede in me non morirà in eterno” (Gv 11,26); e sciolse anche il silenzio del Sabato Santo, il silenzio secolare degli Inferi quando rivolgendosi ad Adamo, disse: “Svegliati, tu che dormi! Non ti ho creato perchè rimanessi prigioniero dell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti” (da un’antica Omelia sul Sabato santo); e come l’Angelo, il mattino di Pasqua sciolse il silenzio chiedendo alle donne: “perché cercate tra i morti colui che è vivo?”...
• Anche noi siamo chiamati a sciogliere il silenzio di fronte alla morte con il canto dell’Alleluja. Perchè anche per p. Mercurio, come disse Gesù per la malattia di Lazzaro (Gv 11, 4), questa morte non è per la morte ma per la vita. E questo è il momento di aprirci alla novità pasquale: per noi cristiani la morte non è l’ultima parola sull’esistenza umana e non è la tragedia di chi pensa che con la morte tutto finisce, non essendoci più altro che il nulla; per noi la morte èquella sorella che ci accompagna nell’estremo viaggio verso la patria celeste e nel passaggio dalla precarietà dell’esistenza terrena alla beatitudine della vita eterna.
P. Mercurio studente con San Pio da Pietralcina e confratelli (maggio 1955)
Rendimento di grazie.
Ecco perché questo per noi è il momento sereno e ricco di speranza del rendimento di grazie al Signore per il dono di p. Mercurio.
• Laudato si’, mi’ Signore, per la vita di p. Mercurio, frate minore e sacerdote. La sua scheda personale è molto essenziale: nato a Toro l’8 ottobre 1931, ha raggiunto 74 anni di età; 54 di vita religiosa, e 48 anni di ministero sacerdotale.
È stato di famiglia per lo più in pochi Conventi: dopo solo qualche anno ad Andria, Bovino e Toro, ha trascorso una decina d’anni a Riccia presso l’istituto San Francesco e dal 1979 ha dimorato sempre qui a San Giovanni ai Gelsi. Insieme al ministero sacerdotale, ha ricoperto gli uffici di Vicario parrocchiale e di Cappellano della Casa per Anziani “Pistilli”; un altro compito che spesso ha esercitato è stato quello di economo della fraternità; e anche quando non era ufficialmente economo, era sempre disponibile a fare la spesa e i servizi più vari e disparati.
Il giorno della consacrazione sacerdotale a Biccari, con la sorella Antonietta e il cognato Nicola (1958)
• Laudato si’ mi’ Signore per l’eredità migliore che p. Mercurio ci lascia: l’esempio della sua vita francescana.
Una vita essenziale la sua, ma anche originale: nella scheda personale dei frati ci sono delle voci prefissate. Sentite cosa ha scritto lui. Alla voce “infanzia”: « molto timido »; alla voce “attività”: « sportivo »; alla voce “varia”: « conoscitore di funghi ». I figli di San Francesco sono fatti così; nella famiglia francescana ci sono i tipi più diversi perché i frati devono potersi rapportare con tutti, con la gente più disparata. P. Mercurio andava alla Casa per anziani non solo per dire la Messa e confessare, ma anche per giocare a bocce (ricevendo anche premi e benemerenze varie) e spesso andava con gli amici a funghi. In questa maniera stava tra la gente alla pari, non mettendosi al di sopra, come può capitare spesso anche a noi religiosi a causa dell’ordine sacerdotale che tante volte ci fa scadere nel clericalismo. P. Marcurio è stato sempre alla pari con tutti, facendo le cosa che tutti fanno, da vero frate minore.
In corteo verso il convento di Toro per "cantarvi" la sua prima messa (1958)
• A questo proposito, forse non tutti conoscono un episodio singolare della vita di p. Mercurio. Alla fine degli anni ‘60, per qualche difficoltà verso il Superiore del convento dove dimorava, entrò in una profonda crisi vocazionale e chiese ed ottenne al Vescovo di Isernia di essere incardinato nella sua Diocesi. Ottemperato a tutte le procedure del caso, il Vescovo gli affidò una parrocchia dell’Alto Molise. P. Mercurio fece anche la festa con la partecipazione della mamma e di altri familiari. Il giorno dopo la presa di possesso scomparve dalla Parrocchia. La notte era stata fatale. Subito scrisse al Provinciale dell’epoca che lo riaccolse con gioia in uno dei nostri Conventi. Nonostante qualche difficoltà, p. Mercurio era fatto solo per la nostra vita francescana e questa vita ha vissuto in pienezza fino all’ultimo giorno.
• P. Mercurio era anche un uomo di spirito
- uomo pio e devoto: sempre presente ai momenti di preghiera comunitaria;
- uomo sempre disponibile per ogni emergenza, dall’andare a fare la spesa, alla celebrazione della s. Messa, e alle confessioni a qualsiasi ora della giornata;
- uomo umile, semplice e profondamente sereno, quasi sempre imperturbabile: raramente mostrava i sentimenti più profondi del suo stato d’animo;
- uomo e frate che sapeva stare in fraternità e contribuiva alla gioia dell’essere fratelli, sempre accogliente, cortese e gentile nei modi.
• Laudato si’, mi’ Signore - infine e soprattutto - per come p. Mercurio ha vissuto la sua malattia e si è preparato alla morte.
Negli ultimi sei anni da ottobre a maggio, ogni mese sono venuto in questo convento per la Scuola di Formazione dell’Ofs; e regolarmente incontravo p. Mercurio col suo fare solito: tranquillo, sereno e imperturbabile. Questo atteggiamento p. Mercurio lo ha mantenuto identico e senza alcun cedimento, anche durante gli ultimi due anni nei quali è stato attaccato da “sorella infirmitate”. Ha mostrato sempre uno spirito di accettazione e un abbandono totale nella volontà di Dio da fare impressione. Veramente una grande lezione per tutti.
• Laudato si’, mi’ Signore per tutti coloro che, facendosi segno concreto della tua premura di Padre, hanno avuto cura di p. Mercurio, soprattutto negli ultimi mesi: per p. Gaetano e la Fraternità di San Giovanni; la cognata Marietta e i due volontari e amici Renzo e Gino. Ricompensali come solo tu sai fare.
Estate 2004
Conclusione.
Purtroppo P. Mercurio ora non è più con noi; ha terminato il suo cammino terreno; ha concluso la sua vita di consacrazione a Dio, la sua bella testimonianza di frate minore, il suo ministero sacerdotale.
Ha concluso anche il suo calvario, perché, come le anime dei giusti che sono nelle mani di Dio, Dio “lo ha provato e Io ha trovato degno di sé... (per cui) in cambio di una breve pena riceverà grandi benefici” (Sap. 3,5).
Grazie P. Mercurio per quello che sei stato; di quanto ci hai dato e per quanto ci lasci!
Il Signore ti accolga nelle sue braccia di Padre misericordioso e ti doni il frutto delle tue fatiche terrene: la beatitudine, la pace e la vita eterna. Amen!
Campobasso, 17 maggio 2006
fr. Pietro Carfagna, ofm
ministro provinciale
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