Come da programma nella mattinata di domenica 15 gennaio è stato inaugurato il Centro Caritas.
In una delle sale, adibita alle funzioni religiosi, monsignor Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana, ha celebrato la messa di inaugurazione insieme a don Saverio di Tommaso, direttore della Caritas Diocesana di Campobasso-Bojano, e a padre Tommaso Rignanese, parroco di Toro, alla presenza dell’Arcivescovo Metropolita di Campobasso-Bojano, monsignor Armando Dini, infortunato al piede.
All’inizio della celebrazione eucaristica padre Tommaso Rignanese ha salutato la comunità accorsa e gli intervenuti, dopo di lui si sono succeduti don Saverio e monsignor Nozza.
Don Saverio di Tommaso ha ricordato l’impegno profuso nel post terremoto dai media nazionali, dalla protezione civile e dai centri Caritas italiani per la raccolta fondi. Successivamente si è soffermato sugli scopi che la Caritas si prefigge, come la promozione delle parrocchie e l’aiuto delle comunità parrocchiali. Ha sottolineato che le Caritas diocesane devono essere di accompagnamento a quelle locali (parrocchiali), che a loro volta devono essere centro di promozione, di informazione e di progettazione. Nei ruoli da investire sono stati chiamati in causa i laici che devono avere un giusto ruolo e una adeguata autonomia. Le Caritas devono, inoltre, svolgere ruoli pedagogici, cioè di aiuto per gli ultimi. A riguardo del centro Caritas inaugurato ha definito lo stesso come Centro della Comunità, ovvero luogo in cui misurarsi democraticamente in progetti (speranze e fiducie reciproche). Lo stesso è un dono per unire la Comunità in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, anche se in principio si sono avuti disguidi e divisioni. In conclusione ha definito il centro come sede per raggiungere un obiettivo: la maturazione della comunità.
A seguire, monsignor Vittorio Nozza ha concentrato il suo discorso su tre punti fondamentali, oltre ad encomiare la creatività nella realizzazione fisica della struttura. Il centro Caritas di Toro, ha definito il monsignore, è una bella struttura e resterà bella se verrà vissuta in comunione, a segno di gratitudine da coloro che l’hanno resa possibile e che vivono la fede (Caritas parrocchiali italiane). Il centro, proseguendo, è della comunità che deve essere responsabile per far crescere una chiesa ricca, solidale, anche se con fatica, cioè dovrà vivere per costruire, essere chiesa, in senso lato. L’opera, infine, è stata pensata per far crescere, educare fornendo figure che possano dare un senso al futuro ai bimbi e ai giovani, alle future generazioni.
Dopo gli interventi si è celebrata la messa, durante la quale si è provveduto alla benedizione dell’acqua e quindi del centro. Durante l’offertorio sono stati portati dei doni e in particolare due disegni realizzati dai bimbi toresi. Prima di concludere la celebrazione eucaristica monsignor Nozza distribuendo alle autorità intervenute un resoconto della Caritas sulle attività del dopo terremoto 2002, ha voluto leggere la frase dedicata alla ricostruzione ripresa dalla Lettera Pastorale che a suo tempo scrisse monsignor Amrmando Dini: “ricostruire: non solo riedificare, ma ricreare una vita degna di uomini e di fili di Dio”.
Al termine della funzione sacra ha preso la parola l’Arcivescovo Metropolita di Campobasso-Bojano, monsignor Armando Dini che ha rimarcato i concetti già espressi dai responsabili Caritas Diocesana e Italia. A lui si sono susseguiti i politi intervenuti per l’occasione.
Il Sindaco di Toro, dott. Cofelice Salvatore, ha ringraziato la Caritas, in particolare don Saverio, per la realizzazione del centro Caritas, precisando che il Comune ha contribuito concedendo in comodato d’uso gratuito per trent'anni il terreno su cui esso è stato realizzato. In presenza del presidente della Regione Molise, dott. Iorio, il Sindaco ha voluto ringraziare la Regione per i fondi e gli avalli forniti per ristrutturare la Scuola Materna e per realizzare il centro Caritas, ma ha chiesto pubblicamente un impegno da parte del Presidente regionale per sostenere la ricostruzione delle scuole elementari e medie i cui lavori sono già iniziati. Un ringraziamento finale è andato anche all’Arch. Di Tommaso per la progettazione del centro Caritas.
Il Presidente del Consiglio Regionale, dott.ssa Fusco Perrella, ha ringraziato a sua volta la Caritas per l’attività svolta non solo a Toro, ma in tutto il Molise, inoltre si è soffermata sui disegni dei bimbi e le figure in essi rappresentati.
L’on. Michele Iorio, Presidente della Giunta della Regione Molise, ha espresso gratitudine alla Caritas e ha fatto presente come il Molise, come già accennato dal dott. Cofelice, sia stato vittima oltre che del terremoto anche di altre catastrofi (frane, alluvioni, ecc.). Ha condiviso la scelta del Sindaco di Toro sulla priorità di scegliere le scuole come primi edifici da ricostruire dopo il terremoto e con la Caritas e l’arcivescovo Dini di ricostruire almeno una chiesa in ogni comune come centro di aggregazione. Ha affermato che bisogna comunque prendersi delle responsabilità e assegnare precisi compiti per evitare colpe gravi come a San Giuliano di Puglia. Infine, ha rivolto gli auguri alla comunità torese e un grazie finale alla Caritas.
A concludere gli interventi è stato il Presidente della Provincia, prof. Augusto Massa. Egli ha ringraziato, come di dovere, la Caritas, spiegando però che Toro già può crescere con le proprie forze essendo molto vicino a Campobasso, mentre ci sono posti in Molise quasi isolati, tanto che le priorità della Provincia sono sulle strade esistenti e poi sulle infrastrutture di grosso calibro, che pure necessarie devono ritenersi, e tale impegno deve essere intrapreso anche dalla Regione Molise. Ha chiesto ai politici presenti di prendere esempio dalla Caritas che come organizza le proprie priorità, mettendo al primo posto i luoghi di aggregazione, che sono necessari per la vita di insieme e nella speranza che diano anche un orientamento per le nuove generazioni, creando anche nuove opportunità.
Tutti i presenti infine sono stati invitati al buffet organizzato nel alto corridoio e preparato da alcune volonterose toresi.
(Sandro Nazzario)