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Da Nuovo Molise (23/7/2005): “Volontariato «missione speciale»” - Gruppo locale di Protezione Civile |
Giunte a conclusione le lezioni di primo soccorso sanitario: Basic Life Support
TORO – Partecipare alla vita attiva della comunità, offrire il proprio contributo in termini di impegno e massima disponibilità.
È su queste basi che nel maggio 2004 è nato il «Gruppo comunale di Protezione Civile». Lo spunto, in verità arrivò a pochi giorni dal terremoto del 31 ottobre del 2002, giorno in cui il Molise intero piombò in un incubo. Furono i vari gruppi di protezione civile giunti in paese da diverse località dell’Italia a dare l’input per la creazione di un organismo autonomo che potesse dare il proprio contributo nella gestione dell’emergenza.
Un’idea che oggi è realtà. Ed è stato così che lavoratori e studenti del posto hanno deciso di impegnarsi (senza alcun profitto personale) per la creazione del gruppo comunale di Protezione Civile. Attuale coordinatore e principale ispiratore è Carmelo Bruno. Il quale proprio in questi giorni ha partecipato, concludendo con profitto, assieme agli altri sei componenti, il corso di primo soccorso sanitario che in gergo tecnico si chiama «BLS» Basic Lift Support.
Antonello Antonucci, Maurizio Cofelice, Nicola Nardolillo, Andrea Serpone, Marika Sciandra e Stefano Spina, sono i nomi dei volontari (tutti di Toro) che con Carmelo Bruno hanno preso parte al corso tecnico e pratico svoltosi presso la palestra comunale e attivato grazie alla collaborazione della Croce Rossa di Campobasso che ha messo a disposizione i suoi «monitori» e «istruttori di protezione civile»: Francesco Fagnano e Flaviano Di Mascio ai quali hanno fatto da valido supporto Laura Zeoli e Luigia Fino. Il corso permetterà al gruppo di Protezione Civile di Toro di entrare in possesso di quei requisiti speciali per lo svolgimento di attività di soccorso in casi di emergenza sanitaria per calamità naturali.
Attualmente il gruppo locale è dotato di apparecchi ricetrasmittenti «CB», a breve avrà a disposizione una vettura (Fiat Panda) per gli spostamenti e gli interventi e, grazie alla collaborazione col Sindaco di Toro, Salvatore Cofelice e alla sua amministrazione, potrebbe anche essere ospitata in una sede autonoma.
Lino Santillo
(Da Nuovo Molise del 23 luglio 2005)
«Angeli custodi» durante le calamità
Funzioni e mansioni nella delicata fase di gestione dell’emergenza
Con Protezione Civile si intendono tutte le strutture e 1e attività messe in campo dallo Stato per tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente da danni o dai pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi.
Con la legge del 24 febbraio 1992, n°225 l’Italia ha organizzato la protezione civile come «Servizio nazionale» coordinato dal Presidente del Consiglio dei Ministri e composto, come dice il primo articolo della legge, dalle amministrazioni dello Stato, centrali e periferiche, dalle regioni, dalle province, dai comuni, dagli enti pubblici nazionali e territoriali e da ogni altra istituzione ed organizzazione pubblica e privata presente sul territorio nazionale. Al coordinamento del Servizio nazionale e alla promozione delle attività di protezione civile, provvede il Presidente del Consiglio dei Ministri attraverso il Dipartimento dello Protezione civile.
Nella maggioranza dei Paesi europei, la protezione civile è un compito assegnata ad una sola istituzione o a poche strutture pubbliche. In Italia, invece, e coinvolta in questa funzione tutta l’organizzazione dello Stato, al centro e in periferia, dai Ministeri al più piccolo comune, ed anche la società civile partecipa a pieno titolo al Servizio nazionale della protezione civile, soprattutto attraverso le organizzazioni di volontariato. Le ragioni di questa scelta, che caratterizza la struttura della protezione civile italiana, si possano individuare nell’incontro tra una motivazione istituzionale ed una esigenza operativa legata alle caratteristiche del nostro territorio. Dal punto di vista dell’ordinamento amministrativo, è in corso da anni un processo di riforma orientato ad aumentare il peso, le competenze e le responsabilità delle istituzioni regionali e locali, attuando e sviluppando in forme adeguate alle esigenze di oggi gli orientamenti al regionalismo e alla valorizzazione delle istituzioni locali già presenti nella Carta costituzionale.
La protezione civile non poteva essere estranea a questo processo, che spiega l’importanza crescente che stanno assumendo nella struttura del sistema nazionale della protezione civile le Regioni e le amministrazioni locali, l’aumento dello responsabilità o dalle competenze loro affidate, l’articolazione dei livelli di decisione e di intervento, la complessità delle esigenze di direzione o coordinamento del sistema ai vari livelli.
Il modello di organizzazione della nostra protezione civile, che origina dal processo di riorganizzazione dell’ordinamento amministrativo, risulta particolarmente adeguato ad un contesto territoriale come quello italiano, che presenta una gamma di possibili rischi di calamità o catastrofi sconosciuta negli altri Paesi europei. Quasi ogni area del paese risulta interessata dalla probabilità di qualche tipo di rischio, e ciò rende necessario un sistema dì protezione civile che assicuri in ogni area la presenza di risorse umane, mezzi, capacità operative e decisionali in grado di intervenire in tempi brevissimi in caso di calamità, ma anche di operare con continuità per prevenire o, per quanto possibile, prevedere i disastri.
m.f.
(Da Nuovo Molise del 23 luglio 2005)
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