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Una frana ‘inghiotte’ un’abitazione (Quotidiano del Molise) |
Toro. Emergenza in contrada Ripitella. Il terreno scivola e l’edificio viene sgomberato e svuotato di ogni cosa
Una frana ‘inghiotte’ un’abitazione
Ornella tutti i giorni si reca sul posto per vedere se la casa c’è ancora
La foto dimostra quanto distacco
la frana abbia prodotto fra la parte antica e quella nuova dell’abitazione
TORO. Contrada Ripitella, il fango lentamente, ma inesorabilmente, sta inghiottendo un’abitazione.
Nonostante i mezzi di informazione mediatici ogni giorno mostrino il territorio aggredito dalle frane, non è ancora del tutto percepito il dramma che la regione sta vivendo. Un dramma che per fortuna non ci fa contare morti, ma è portatore di lacrime, smarrimenti, dolore.
Nicola e Ornella sulla casa avevano puntato tutte le proprie risorse. Hanno avuto entrambi una vita non facile, circostanza - si dirà - comune a molte altre persone, ma loro avevano avuto lutti, hanno dovuto sopportare sacrifici e ogni volta avevano avuto la forza di rialzare il capo ed andare avanti. La casa
rappresentava un punto fermo per loro, i figli e l’anziana madre di Nicola. Attraverso quelle quattro mura sentivano di poter attestare la propria identità e con i sacrifici hanno allargato il corpo della vecchia abitazione appoggiando al vecchio muro una nuova costruzione.
Lui operaio, lei coltivava un appezzamento di terreno attorno casa, adesso ugualmente perso. Un reddito sul quale non potranno più contare neanche per l’approvvigionamento familiare quotidiano.
La casa ha cominciato a gemere dopo le piogge del 2003. Qualche scricchiolio, il pavimento che si alza in qualche punto, le prime fenditure nel muro.
Il Comune interessato interviene e i tecnici del servizio regionale della protezione civile effettuano il primo sopralluogo il 29 aprile del 2003. “Il fabbricato - si legge nella relazione - presenta una serie di lesioni ubicate lungo la parete di contatto con l’edificio adiacente. Il quadro fessurativo prosegue in altri ambienti interni alla struttura, coinvolgendo anche le superfici orizzontali Fessure non dovute alla tipologia costruttiva dell’abitazione, ma probabilmente l’intero corpo di fabbrica è sottoposto a tensioni derivanti da un possibile dinamismo dell’area”.
Insomma, termini tecnici, segnano l’inizio della fine per l’abitazione di Nicola e Ornella.
La situazione precipita negli ultimi giorni dello scorso gennaio e la famiglia viene in fretta e furia fatta sgomberare. Il Comune si mette completamente a disposizione, agli sfollati viene subito assegnata un’abitazione in paese, il sindaco, il vice sindaco, i vigili e i pochi operai, sono tutti impegnati nell’assolvere ciascuno un proprio compito. Con quella solidarietà tipica delle piccole comunità ci si prodiga per smontare e caricare mobili e suppellettili.
La casa che per oltre dieci anni ha accolto sospiri, sogni, grida e risate, parole e preghiere, viene repentinamente svuotata. Le finestre liberate degli infissi, i balconi delle ringhiere, la casa si mostra adesso come una scatola vuota agli occhi ancora increduli di Ornella che ogni mattina torna qui a vedere se è ancora in piedi. La fenditura segnalata dai tecnici nel 2003 e confermata da una successiva verifica effettuata l’8 aprile del 2004 in pochi giorni, nel gennaio del 2005 si è ulteriormente aperta. Il corpo nuovo della costruzione si è completamente staccato dalla vecchia casa, lasciando un varco di almeno dieci metri. Lo spazio dinanzi l’abitazione si è alzato di alcuni metri e sul retro preme il fango della collina che sta venendo giù.
“Stiamo cercando di salvare almeno la parte più antica del fabbricato – ci dice il vicesindaco Peppe Vassalotti scortandoci sul posto con Angela, la vigilessa, e attraversando un mare di fango – abbiamo impegnato ogni mezzo per fronteggiare questa situazione, ma la frana è ampia e rischia di compromettere anche la strada provinciale ‘Tappina’ ”.
Un operaio del comune con un escavatore esegue lavori di drenaggio dietro l’abitazione, mentre più giù, a valle dell’abitazione, un altro operaio è costantemente presente per tenere sgombera una condotta d’acqua che rischia di essere inghiottita dal fango con il pericolo di mettere a secco l’intera zona.
Lasciamo Ornella immobile dinanzi la casa che, benché abbia fondamenta solide, continua a muoversi. E’ forte, e frena con contegno la sua disperazione. Il gatto rimasto custode unico del focolare abbandonato, si striscia miagolando attorno alle sue gambe.
(Vittoria Todisco, “Il quotidiano del Molise” 15 marzo 2005)
Nelle foto, varie prospettive del movimento franoso
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