OMELIA
PER LE ESEQUIE DI P. IRENEO SERPONE
(Toro, 1 maggio 2003)
Padre
Ireneo Serpone, al secolo Mercurio, nato a Toro il 19 ottobre 1916 da
Francesco e Annamaria Quicquaro, sin dalla tenerissima età ha respirato i
valori cristiani della vita ed è stato educato in quello spirito
francescano semplice trasmessogli dalla mamma terziaria francescana.
In un suo scritto si legge: “È ai miei genitori, cristiani
praticanti, onesti e laboriosi, che devo, dopo la grazia di Dio, la mia
vocazione al sacerdozio e alla vita francescana”. Inizia di qui l’iter
vocazionale del piccolo Mercurio che in tenera età fa il suo ingressi nel
collegio per iniziare gli studi che lo porteranno alla tanta sospirata
meta.
All’età
di sedici anni, il 7 settembre 1932 veste i panni della prova e il 4
ottobre dell’anno successivo emette la professione temporanea dei voti.
Il desiderio di consacrarsi a Dio trovava sempre più conferma nella sua
vita tanto da emettere la professione solenne della regola di San
Francesco il 14 agosto 1938.
Terminati gli studi teologici, il 16 luglio 1941 a Molfetta per le mani di
Mons. Salvucci riceve l’Ordine del Presbiterato.
Circa 62 anni di ministero sacerdotale!
Ricordo con grande gioia quando due anni fa, in occasione del Capitolo
spirituale, celebrammo, nel nostro Convento di Sepino, la Festa dei
Giubilei sacerdotali e religiosi. Già da allora la sua salute era
malferma, ma gli si leggeva in volto la gioia di incontrare tanti fratelli
e con essi ringraziare il Signore per averlo chiamato come suo Ministro.
Gli
oltre 70 anni che P. Ireneo ha trascorso in Convento si possono dividere
in due grandi parti: la prima che comprende gli anni della formazione
iniziale e la sua attività di insegnante e la seconda trascorsa qui a
Toro come Responsabile del Convento, ma soprattutto come iniziatore dell’Istituto
Francescano di Santa Maria di Loreto per l’accoglienza dell’infanzia
abbandonata.
Dopo
gi studi compiuti nei Collegi e nelle Case di formazione di Castelnuovo
della Daunia, Sepino, Castellana Grotte, Manfredonia, Biccari, San Matteo
e Molfetta, suo primo incarico da sacerdote novello fu quello di
insegnante presso il Collegio serafico di Castellana Grotte. Di qui fu
trasferito a Campobasso San Giovanni, dove ha dimorato per tre anni. Dal
1945, se si esclude un triennio trascorso a Jelsi (dal 1958 al 1961) per
circa venti anni di continuo, fino al 1964, ha dimorato a Sepino svolgendo
gli uffici di Guardiano e Insegnante.
Trasferito
nel Convento di Toro, sua città natale, nel 1964 ci è rimasto per tutti
questi anni. Più volte superiore del Convento e Amministratore della
vicina Parrocchia di Campodipietra dal 1990, ha in modo particolare legato
la sua vita ai ragazzi che venivano ospitati in questo Istituto [Francescano
di Santa Maria di Loreto per l’infanzia abbandonata].
Seguendo appieno lo spirito francescano dell’accoglienza e della
condivisione, una sezione del Convento fu subito messa a disposizione di
questi bambini che, con amore, venivano accolti e curati alleviando loro,
per quel che è possibile in questi casi, il disagio dell’assenza di una
famiglia.
Varie vicissitudini, dopo qualche anno, costrinsero i superiori a chiudere
questa attività ma non certo si poteva fermare la voglia di Padre Ireneo
di servire i “piccoli” del Vangelo.
Senza paura alcuna e superando ogni possibile ostacolo, cominciò presto l’opera
di costruzione di una struttura che potesse continuare questo prezioso
servizio agli ultimi. Ci sono voluti anni di lavoro prima di vedere
finalmente realizzato ciò che è sotto gli occhi di tutti [Fisiomedica
Loretana].
Ho
ancora viva nella memoria la Celebrazione Eucaristica presieduta dal
Cardinale Poletti [1988] con quale si inaugurava ufficialmente
questa struttura e il servizio di assistenza assicurato dalla Fisiomedica
Loretana del dott. Giacci, ma ancora più viva è nei miei occhi la
soddisfazione mista a commozione che trapelava da tutti i pori della pelle
di P. Ireneo in quel momento così solenne e importante.
Quanto
bene si può fare a chi soffre, quanto amore si può donare!
E P. Ireneo è la testimonianza di questo amore dato e ricevuto. Lui che
non faceva passare giorno senza visitare i fratelli ricoverati per offrire
loro un sorriso, per spezzare con loro e per loro il Pane e la Parola è
stato accolto e amato soprattutto nel momento del maggior bisogno proprio
in quella che lui considerava la sua seconda casa.
Nella certezza che il signore ricompenserà chi si prodiga per alleviare
le sofferenze dei fratelli, permettetemi qui di ringraziare di cuore P.
Giacinto [De Sanctis] e P. Lino [Iacobucci] ma soprattutto
il dott. Giacci e il personale medico e paramedico per la cura mostrata in
particolare in questo ultimo periodo dell’esistenza terrena di Padre
Ireneo.
Infine desidero anche ringraziare tutti gli ospiti della Fisiomedica, che
ciascuno per la sua parte e alla sua maniera, hanno contraccambiato l’amore
che P. Ireneo da sempre ha mostrato loro.
Ora
affidiamo questo nostro fratello alla misericordia di Dio. Egli che lo ha
chiamato alla sua sequela nella vita religiosa e presbiterale, lo acolga
nel suo Regno di luce infinita dove un giorno speriamo di ritrovarci tutti
insieme a contemplare in eterno il volto di Dio.
fra
Donato Sardella, ministro provinciale
[Provincia monastica Molise Puglia]
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