TOROWeb


- Notizia nr.136
- Titolo: "CHIARIMENTI DI VINCENZO COLLEDANCHISE"
- Tratta dal sito: http://www.toro.molise.it
- Pubblicata on-line il: 31/Oct/2004




Con la presente intendo chiarire la mia personale posizione in merito alle polemiche generatisi intorno alla decisione di acquisire alcune case nel centro storico per allocarvi il Museo della Civiltà Contadina. Ringrazio quanti sono intervenuti nel dibattito, con la speranza che la mia non generi ulteriori polemiche, ma piuttosto le spenga. Sopratutto ci tengo a non passare per "bugiardo" o peggio per "fesso". Grazie.

Nella primavera scorsa sono stato invitato dal Comune di Toro due volte: una prima volta, accompagnato dal Sindaco e dall'Ing. Cefaratti, ci siamo recati congiuntamente nell'attuale sede della Mostra per determinarne la superficie, mediante tale sopralluogo, esaminare anche un eventuale ampliamento della stessa, necessaria per la copiosa raccolta esistente, per la quale occorrerebbero diverse centinaia di metri quadri, per ricollocare i vari oggetti nei siti originari, se si vuole fare una mostra dignitosamente presentabile.

Una settimana dopo, sono stato invitato da altro tecnico comunale per un sopralluogo alla casa di Via Di Sopra. A fine visita ho esposto i miei dubbi circa tale scelta e posto personale dissenso (mezz'ora di colloqui in auto col geometra comunale per chiarirgli il mio personale dissenso) e all'architetto preposto alla ristrutturazione dell'immobile, presentatomi per la circostanza.

Nello stesso giorno, tornando nel mio ufficio, incontrando casualmente l'amico e stimato sindaco, in Via Gorizia a Campobasso, ho confermato la mia personale dissociazione circa tale opzione.

Della cosa non sono stato più informato, né potevo pretenderlo perché non si sapeva all'epoca quale Amministrazione si sarebbe succeduta al Comune di Toro e se quest'ultima avesse eventualmente ritenuto dare seguito al suindicato progetto di acquisto e ristrutturazione dell'immobile. Pur non entrando mai nel merito delle trattative, abbastanza fitte, tra Fernando Pietrantuono e l'ex Amministrazione Comunale, circa l'acquisizione dell'attuale sede, non potevo, né posso oggi, interferire in tali scelte, soprattutto in merito alla congruità o meno dell'offerta.

Mi deve essere consentito, però, darne dei pareri tecnici circa la idoneità delle sedi per allocare la mia raccolta, e la mia personale opzione tendeva più verso l'immobile di Pietrantuono, in quanto presenta caratteristiche storiche e architettoniche di rilievo, essendo l'unico immobile salvatosi, insieme al convento, al disastroso terremoto del 26 luglio 1805, ed ha una struttura architettonicamente intatta, esterna ed interna, basti osservare la vecchia travatura e pavimento in pietra della cantina, presumibilmente del 600, è struttura monolitica e ubicata in pieno centro. Il proprietario garantiva offrire ulteriori spazi dell'immobile, garantendone la attuale integrità strutturale per tale scopo.

Per quanto sopra c'è da chiedersi, senza polemica alcuna:

E' stato ufficialmente asserito che "... l'edificio che ospita il museo è inagibile ed è stato inserito nei Progetti edilizi unitari, procedura lunga e impegnativa che non può far perdere i finanziamenti...". Come mai, allora, sono stato chiamato per un sopralluogo all'attuale sede per misurarne la superficie se c'erano questi presupposti? Inoltre, come è noto, aprendo la Mostra a tanti visitatori (a titolo gratuito), se inagibile, perché non mi è stato raccomandato dal Comune di chiuderlo, per le elementari misure di sicurezza, onde non ledere la mia e l'altrui incolumità ?


Perché si è voluto a tutti i costi optare per la seconda soluzione allorchè le trattative in atto tra il Comune e il proprietario, Fernando Pietrantuono, sono durate mesi e prima delle Elezioni sembravano essere approdate ad un accordo?


Perché non invitare anche il sottoscritto all' "infuocato Consiglio Comunale" mediante i succitati chiarimenti avrei, quantomeno, se non spento le fiamme della polemica, certamente provveduto a raffreddarle.

Infine, intendo precisare che sono veramente lieto che ci si occupi di un progetto culturale a Toro, da parte della Amministrazione Comunale fino ai semplici cittadini che hanno animato il forum del sito di ToroWeb, per dar vita ad un Museo etnografico della Civiltà contadina e della Pietà popolare, che ha richiamato e richiama a Toro molti visitatori.

Con questo progetto culturale si intende recuperare la memoria storica dei nostri avi, perseguendo le seguenti finalità socio- culturali: studiare la civiltà contadina molisana, mediante l'indagine storica, sociologica, psico-antropologica , etnografica e religiosa.

A tal fine, rendo noto, si intende creare una Associazione, senza scopo di lucro, che ha per finalità lo scopo di promuovere tutte quelle attività culturali finalizzate alla realizzazione di un grande e completo museo etnografico della civiltà contadina, per ricostruire la memoria storica del passato, per ritrovare e ricomporre e rilanciare i segni di un luogo e di una collettività onde celebrare solennemente il recupero dell'identità culturale degli avi e per sviluppare un progetto globale di ricerca, conservazione e valorizzazione dei beni materiali e delle tradizioni popolari contadine, facendola fruire anche ai non toresi, da parte mia, ciò è quel che vado facendo, con tutti gli oneri derivanti, perché credo che il mio, oltretutto, sia anche un servizio sociale completamente gratuito.

Vincenzo Colledanchise




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